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Primavera. Una buona giornata

Potrebbe essere marzo o aprile, comunque primavera, ed è ora di uscire e prepararsi e piantare per il raccolto. A malincuore mi sveglio, è mattina presto e il tempo sembra buono. Sempre all'ultimo minuto, quindi la colazione è di corsa; caffè, pane tostato e attraverso la porta sul retro esco nella quiete del mattino che si forma. "Ci vediamo dopo" dico. Assonnato attraverso il paddock, nel silenzio del cortile. Sbadigliando, controllo l'olio e l'acqua nel trattore, rabbocco e metto in moto; l'idraulica funziona, sembra tutto a posto.

 

Mi dirigo verso i campi. Gli uccelli si disperdono, lasciando le siepi mentre guido, un rapido lampo di sole mattutino sul mare, intravisto con la coda dell'occhio sinistro. Lungo la corsia per "Greenlands", le buche mi scuotono. Attraverso la porta del campo vuoto e nella mia mente segnalo il campo, inserisco l'idraulica, accendo il motore e parto.

 

Ancora e ancora, su e giù, da siepe a siepe, da diga a diga. La mattina si sposta verso la metà della giornata. Arrivano gli uccelli marini, a decine, poi di più. In poco tempo centinaia mi seguono, le loro ali possenti circondano la cabina, grida fragorose mentre si tuffano a terra dietro il trattore; acuti occhi neri, avidamente e accuratamente gli uccelli competono per il cibo. A studiarlo attraverso i vetri della cabina del trattore sembra un finale crudele. I vermi vengono trovati, allungati e tirati via dalla terra calda, quindi mangiati.

 

I miei occhi sono distolti da questa frenesia alimentare verso l'orizzonte, da una nuvola di polvere che si addensa. Vedo quattro ruote che rotolano e oscillano attraverso le buche che vengono verso di me. Il pranzo sta arrivando e una fiaschetta di caffè, va benissimo. Il motore del trattore gira al minimo; Salto a terra e mi avvicino al furgone; contento di vedere un'altra persona, questa volta suo padre. Prendo il pranzo che mi viene offerto dalla finestra. Un rapido scambio di parole, alcune ascoltate, altre non ascoltate, mentre la brezza gioca con l'aria calda. Al di sopra del rumore del motore al minimo, posso sentire le grida degli uccelli mentre si allontanano, la loro attenzione acuta ora su di noi, non più sui vermi del terreno caldo. "Tutto ok?" papà chiede, 'sì' io annuisco, "va bene, allora ci vediamo dopo..." Questo è il succo.

 

Il furgone parte e gli uccelli non ci sono più. Sono da solo in mezzo al campo. Ho spento il motore. Il silenzio risuona nelle mie orecchie. Guardando fuori dal mio mondo interiore di pensieri la mia mente si distende, aiutata dal vento aromatico e insistente, che attira i miei sensi, e mi sento vivo.

 

Dopo qualche riflessione scelgo di mangiare fuori, e mi siedo, appoggiato alla ruota del trattore, sulla terra di stoppie di paglia. Mentre mangio il mio pranzo, il motore del trattore fa rumore, scricchiola e si spezza mentre si raffredda, mi godo il mio isolamento. Nessun guasto per ora, speriamo non ce ne siano oggi pomeriggio. Un po' sonnacchioso torno al lavoro. Il motore romba nel silenzio e io proseguo nel pomeriggio. Gli uccelli marini tornano e restano con me andando su e giù per il campo, fino alle quattro circa e poi in massa cominciano misteriosamente a scomparire. "Dove vanno? Me lo chiedo sempre”. Ora sono davvero da solo e non vedo l'ora che la giornata finisca, nessun esaurimento ma la solitudine non è più divertente.

 

Pensieri, strani e ripetitivi cerchi nella mia testa, mi sento in trappola. Vorrei non essere solo adesso. Ma non c'è altra scelta che devo andare avanti. Arriva il tè e con esso la mia speranza che venga qualcun altro a prendere il sopravvento. Hmmm nessuna tale fortuna, "ci vediamo dopo" è offerto, e così mi accontento del resto della giornata. L'oscurità è con me ora; i fari del raggio traente nel nero; granelli di polvere, siepi e fugaci scorci di uccelli sembrano tutti spettrali. La stanchezza è arrivata, è tardi.

 

Fantastico, posso vedere i fari all'orizzonte e la gradita vista delle quattro ruote che rotolano e oscillano verso di me. Sollevato? SÌ. Ogni giorno è uguale? Più o meno, ancora spegnendo il motore, uscendo scricchiolante nell'aria della sera primaverile e chiudendomi dietro la portiera del trattore, respiro l'aria della sera primaverile e so che entro domani la follia dei miei pensieri sarà dimenticata. È stata una buona giornata e domani, se siamo fortunati, sarà lo stesso.

© FMC 2004

Design e immagini del sito Web © Fiona Caley 2021

Ho scritto questo breve pezzo dai ricordi del lavoro della terra da adolescente. È stato facile guardare indietro, ricordare e richiamare il senso di isolamento e la bellezza di essere là fuori da soli. Emozioni difficili da dimenticare.

 

Il campo a cui mi riferisco, "greenlands", non è più verde; ora è di proprietà di SSE (Scottish and Southern Energy) e ospita caverne di sale che immagazzinano gas per il nostro consumo.

 

Quando il terreno fu venduto per lo sviluppo, furono intrapresi lavori archeologici che rivelarono prove di case rotonde di un'epoca molto precedente.

 

Non sapevo nulla di ciò che c'era sotto la superficie mentre guidavo su e giù per il campo tanti anni fa...

Fotografia dello Yorkshire

Fiona Caley

Fotografo dello Yorkshire

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